Nei primi tre mesi del 2025, i mutui immobiliari erogati in Italia sono aumentati del +50,2% rispetto allo stesso periodo del 2024 (fonte: Osservatorio Assofin). Una ripartenza netta, trainata soprattutto dalle surroghe (+107,7%) e in misura significativa anche dai mutui per acquisto (+46,9%).
Dietro questi numeri c’è anche una buona notizia per i periti del territorio: ogni mutuo richiede una stima, ogni pratica attiva una perizia. Il lavoro aumenta, e con esso la centralità del professionista valutatore nel garantire la qualità del credito e la solidità del sistema.
Tuttavia, l’altra faccia della medaglia resta preoccupante: nonostante la crescita della domanda, i compensi peritali continuano a essere, in troppi casi, inadeguati, non equi, talvolta persino indecorosi. Appalti al massimo ribasso, pressioni sui tempi, piattaforme digitali che comprimono il valore del lavoro tecnico: il rischio è che l’aumento degli incarichi si traduca in un sovraccarico sottopagato, e non in un reale riconoscimento della professionalità.
La Legge 49/2023 sull’equo compenso ha introdotto principi chiari, ma l’attuazione nel comparto peritale resta debole, come evidenziato dalla stessa relazione dell’Osservatorio nazionale. Eppure il rispetto del compenso non è solo una questione di giustizia: è un fattore abilitante per la qualità delle stime, per la sostenibilità della professione, per il futuro del sistema creditizio.
Come E-Valuations, continuiamo a porre una domanda semplice, ma urgente:
“Se ogni mutuo ha bisogno di una perizia, perché ancora oggi il perito è l’anello più debole della catena?”
Il 2025 potrebbe essere l’anno della ripresa. Ma solo se sarà anche l’anno della dignità economica del lavoro tecnico.
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Equo Compenso