TEGOVA (The European Group of Valuers' Associations) ha pubblicato la sua ultima indagine sulla valutazione per il settore finanziario, presentata dal presidente Paulo Barros Trindade durante l'Assemblea Generale a L'Aia. Il report offre una panoramica dettagliata delle pratiche, dei compensi e delle sfide che i valutatori immobiliari affrontano nel contesto dei servizi per gli istituti di credito in tutta Europa.
L'indagine completa in formato PDF e in lingua italiana è allegata a questo articolo e disponibile per il download. L'indagine evidenzia quali sono gli standard di valutazione più utilizzati nei vari paesi. Gli Standard Nazionali si confermano i più diffusi, adottati da quasi il 70% degli intervistati. Seguono da vicino gli EVS (European Valuation Standards), utilizzati da quasi il 60% dei professionisti. L'impegno nella formazione su questi temi è significativo: oltre il 70% degli intervistati offre regolarmente corsi sugli EVS e circa il 60% sulla qualifica REV. Uno dei punti focali dell'indagine riguarda le modalità con cui i valutatori vengono selezionati per le perizie immobiliari finalizzate all'erogazione di mutui. I risultati mostrano un chiaro orientamento del mercato: Un tema spesso dibattuto è se il valutatore riceva l'intero compenso addebitato al cliente finale. I dati mostrano un quadro diviso: poco meno del 60% ha affermato che il valutatore riceve l'intero onorario, ma in oltre il 40% dei casi, altre parti sono coinvolte nella ripartizione della commissione. L'indagine offre un'analisi dettagliata dei compensi per la valutazione di un appartamento di 80-100 mq (IVA esclusa). Il compenso medio europeo si attesta a 333,57 €. L'Italia si posiziona nella fascia medio-bassa, con un compenso di circa 200 €, significativamente al di sotto di questa media. L'indagine TEGOVA mostra come il compenso medio in Italia sia sostanzialmente in linea con il valore previsto dal modello di regressione basato sui salari nazionali. Tuttavia, un'analisi più approfondita, basata sulla normativa vigente, dipinge un quadro ben diverso e allarmante. La Legge 49/2023 sull'equo compenso ha reso di fatto obbligatoria l'applicazione dei parametri definiti dal DM 140 del 2012 per tutte le professioni regolamentate, inclusa quella del valutatore immobiliare. Questi parametri sono stati studiati per garantire una remunerazione dignitosa che copra i costi, le responsabilità e il tempo necessario per un lavoro diligente e conforme agli standard. Il compenso medio di circa 200 € rilevato per l'Italia, sebbene statisticamente coerente con il modello europeo, si scontra duramente con questa realtà normativa. Se rapportato alle ore di lavoro necessarie per un'ispezione accurata, la redazione di un report completo e l'assunzione di responsabilità civili e penali, tale cifra si traduce in una remunerazione oraria ampiamente svilente e non conforme ai principi dell'equo compenso. Questo scostamento non è solo un dato numerico, ma rappresenta una criticità sistemica che rischia di compromettere la qualità e l'indipendenza delle valutazioni immobiliari nel settore finanziario italiano. L'indagine si conclude con una domanda sull'importanza dell'etica professionale nel mercato attuale. La risposta è netta: per quasi il 75% degli intervistati, l'etica è una delle questioni principali. Questo dato sottolinea come, in un contesto di pressioni economiche e operative, l'integrità e la deontologia professionale rimangano un pilastro fondamentale per la credibilità e il futuro della professione del valutatore. Standard di Riferimento: Nazionali ed Europei Guidano il Mercato
La Selezione del Valutatore: Un Processo Guidato dalla Banca
Ripartizione dei Compensi: Non Sempre l'Intero Onorario va al Perito
Analisi Comparativa dei Compensi in Europa
Compensi in Italia: un'Analisi Critica Oltre il Modello Statistico
Conclusioni: l'Etica Professionale, una Questione Centrale
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